Albero infetto sequestrato a Monopoli, i gilet arancioni scrivono al Procuratore Volpe

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Gent.mo Procuratore Volpe,

Le scrivo in qualità di portavoce dei gilet arancioni, il simbolo con cui migliaia di agricoltori hanno manifestato pacificamente a Bari lo scorso 7 gennaio la propria rabbia per essere stati dimenticati dalle Istituzioni, per ringraziarla del chiarimento sulla vicenda dell’albero infetto sequestrato dalla Sua Procura a Monopoli.

L’economia ed il futuro di centinaia di migliaia di famiglie, l’economia più importante della Regione, l’olivicoltura, sono messi a repentaglio da gravissimi problemi che in questi anni non sono stati adeguatamente affrontati, primo fra tutti la xylella.

Un batterio devastante che ha sterminato l’economia del Salento e delle province di Brindisi e Taranto mettendo sul lastrico imprenditori agricoli, frantoiani, lavoratori dell’indotto, famiglie.

In questi anni abbiamo assistito inermi all’avanzata del batterio che ha aggredito, partendo da Gallipoli, la Puglia, arrivando a Monopoli.

Qui a Monopoli, domenica, abbiamo manifestato pacificamente per dire con forza che non si può più giocare.

Qui a Monopoli, domenica, abbiamo ricevuto la notizia del sequestro da parte della Sua Procura dell’albero infetto da xylella ritrovato qualche giorno prima.

Il proprietario era pronto a compiere un gesto tanto drammatico quanto necessario, secondo la scienza, per contrastare il batterio: eradicare la pianta.

Ma il provvedimento della Sua Procura ha per il momento impedito questo.

Si sono quindi materializzati con questa decisione tutti i fantasmi che hanno portato la xylella in provincia di Bari.

In questi anni, i ricorsi al Tar e gli esposti di molti negazionisti, che pensano di curare la xylella con benedizioni sacerdotali o con corni di letame piantati nelle notti di luna piena, hanno sostanzialmente bloccato le eradicazioni di quanti avrebbero voluto semplicemente seguire la scienza e seguire quanto sia le leggi italiane, sia le normative europee hanno previsto, consentendo al batterio di avanzare.

Capisca quindi la nostra paura e le nostre reazioni per un provvedimento del tutto simile in apparenza ad altri.

Il suo chiarimento, però, ci rasserena e ci fa ben sperare per il futuro.

Dalle sue parole, finalmente, sembra che si sia aperta la possibilità di punire chi, attraverso fake news e comportamenti omissivi, ha dato alla xylella la possibilità di avanzare.

Le chiediamo di continuare ad approfondire, con la dedizione e la grande professionalità che tutti noi agricoltori Le riconosciamo, i reati perpetrati da chi in questi anni ha diffuso notizie false, si è incatenato davanti ad alberi morti, ha insomma consentito al batterio di avanzare.

Desideriamo solo chiarezza e tempi rapidi.

Noi agricoltori, veri ambientalisti e amanti della terra, non vogliamo che la xylella distrugga i nostri campi e le nostre vite.

Per questo sono a chiederLe di accelerare, per quanto possibile, qualsiasi indagine per arrivare in primavera, stagione in cui prolifera la sputacchina, vettore che trasporta il batterio, pronti a combattere seriamente il batterio con tutte le armi che la scienza e la legge ci mette a disposizione.

Quella stessa legge che molti non hanno rispettato.

Abbiamo fiducia nella Magistratura, abbiamo fiducia in Lei.

Cordiali saluti.

Onofrio Spagnoletti Zeuli