Si chiude un anno critico per l’olivicoltura Italiana che ci consegna una campagna in cui si proiettano performance negative, anche per via dell’influenza di condizioni climatiche avverse, e un comparto in affanno a causa dell’aumento dei costi energetici e delle difficoltà di approvvigionamento delle materie, con un impatto preoccupato degli effetti del conflitto russo-ucraino e gli annosi problemi che attanagliano la produzione.
Gli investimenti che abbiamo operato, in ordine alle attività di contrasto della mosca e alle attività di miglioramento nella gestione dell’oliveto, ci lasciano ben sperare in una resa qualitativamente buona che possa mitigare un po’ il dato nazionale sulle quantità che – è bene dirlo – è comunque in linea con le aspettative sulla disponibilità mondiale.
Abbiamo lavorato tanto durante l’anno per trasferire competenze ai territori con le sessioni formative, per avviare percorsi d’innovazione, come il progetto sperimentale basato sul modello della blockchain che mira a irrobustire il sistema di tracciabilità, oppure per spingere le aziende associate a Italia Olivicola a dotarsi delle certificazione di sostenibilità, ad approcciarsi al tema dei Crediti di Carbonio per far sì che l’olivicoltura possa iniziare a centrare gli obiettivi ambientali dettati dalle indicazioni che ci vengono dall’Ue.
Ripartiremo da questo, alle porte del nuovo anno, quando candideremo i progetti alla call del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare che ci vedranno sicuramente impegnati in attività nuove orientate alla promozione e alla commercializzazione dell’olio extravergine di qualità.
Lo faremo continuando a alimentare il dialogo con le Istituzioni, con la politica, con gli altri attori della filiera e sfruttando questo nuovo protagonismo a livello internazionale, ottenuto con la vicepresidenza del Comitato Consultivo del Consiglio Oleicolo Internazionale – che non è un traguardo personale ma patrimonio di tutti – per costruire una visione nuova che sappia riconoscere e valorizzare ancora di più il ruolo dell’Italia all’interno dell’area del Mediterraneo.
Dobbiamo continuare ad andare avanti declinare al meglio le ambizioni del comparto e far sì che il 2023 sia l’anno della svolta vera per l’olivicoltura. In tale direzione, Italia Olivicola intende essere, come sempre, in prima linea, al fianco dei produttori e degli operatori per garantire il giusto reddito a chi produce e spingere sulla diffusione della cultura dell’olio di qualità che oltre a essere elemento principe è anche ambasciatore delle identità dei territori e dell’”italianità” che nel mondo tanto ci invidiano.
Auguri di buone feste e arrivederci al 2023.