“La riconferma del tandem Ghedira-Lillo alla guida del Consiglio Oleicolo Internazionale rappresenta una grande sconfitta per l’Italia, per il sistema olivicolo italiano, per la qualità delle nostre produzioni e per il futuro del nostro settore.
Il silenzio generale sulla questione Coi, rotto soltanto dai comunicati di Italia Olivicola e dalla pressione di alcuni autorevoli organi di stampa, ha certamente favorito l’asse tra Tunisia e Spagna rafforzato dalla complicità dell’Unione Europea e di molti Paesi del fronte arabo.
Questa è una sconfitta di tutti, specialmente della filiera italiana divisa e frammentata: se l’Italia vuole riconquistare un posto di rilievo nelle politiche olivicole internazionali occorre mettere da parte interessi personali, trattative sottobanco e colpevoli silenzi che hanno caratterizzato questi mesi.
Purtroppo, non siamo riusciti a portare a casa quanto ci spettava da accordi pregressi e ci aspettano anni di grandi battaglie, come sempre, a tutela del lavoro dei nostri agricoltori, della salute dei consumatori e della qualità del nostro extravergine d’oliva, a partire dalla difesa ad oltranza del panel test come strumento essenziale per la classificazione degli oli.
Mi auguro che questa sconfitta sia di insegnamento per le prossime sfide ed i prossimi impegni internazionali perché gli spazi ancora ci sono per incidere, a partire dalla nuova Pac fino alla richiesta di parametri più stringenti per l’olio extravergine d’oliva (acidità più bassa, numero di polifenoli più alti, abbassamento degli alchil esteri etc.) per combattere frodi e contraffazioni che inquinano i mercati.
Italia Olivicola non abbasserà la guardia di un millimetro, l’unica strada da perseguire a livello nazionale ed internazionale per l’olio extravergine d’oliva era, è e sarà sempre quella della qualità”.
Così il Presidente di Italia Olivicola, la più importante organizzazione della produzione olivicola italiana, Gennaro Sicolo, sulla conferma del direttore esecutivo del Consiglio Oleicolo Internazionale con l’esclusione dell’Italia dai ruoli apicali del massimo consesso internazionale dell’olio.