“Una settimana per arrivare ad una sconclusionata e falsa precisazione, 48 ore per capovolgere il contenuto di un loro stesso comunicato, il quadro è ormai chiaro: le piroette di Coldiretti e Federolio ormai provocano disgusto e tristezza e sono la testimonianza di un golpe al Made in Italy fallito: a pagare le conseguenze delle loro azioni, però, sono sempre i produttori e i consumatori”.
Così il Presidente del Consorzio Nazionale degli Olivicoltori, Gennaro Sicolo, ha commentato la retromarcia delle ultime ore di Coldiretti e Federolio sull’Italico.
“Invece di chiedere scusa hanno bollato come “fake news” tutte le notizie degli ultimi dieci giorni, a partire dalle loro stesse parole e dai loro stessi comunicati: l’unica fake news in realtà è l’impegno di Coldiretti e Federolio per la tutela dell’olivicoltura italiana e del Made in Italy”, ha dichiarato il Presidente Sicolo.
“È evidente come i protagonisti di questa farsa siano stati colti con le mani nella marmellata, anzi nelle miscele di olio che vogliono far passare come prodotto Made in Italy – ha sottolineato Sicolo -. La bocciatura senza appello del Ministro, la reazione di chi tutela realmente il Made in Italy, la presa di posizione dura dei consumatori e la valanga di proteste sui social e sui territori hanno prodotto questo passo indietro improvviso e sorprendente, soprattutto perché i protagonisti di questo accordo farlocco fino a qualche ora fa difendevano con dichiarazioni e comunicati la porcheria partorita chiamata Italico”.
“L’attenzione naturalmente resta altissima e vigileremo con grande attenzione su tutto il territorio nazionale, perché è certo che Coldiretti e parte di Federolio nelle prossime settimane torneranno alla carica con questo progetto”, ha ribadito Sicolo.
“Di questa vicenda restano tante menzogne ed un’unica verità: Coldiretti ha sposato la causa di alcuni commercianti abbandonando definitivamente gli interessi degli agricoltori, gli olivicoltori in questo caso, e la tutela del Made in Italy”, ha concluso Sicolo.
PER CONTESTUALIZZARE LA VICENDA E PER SMASCHERARE IL DISEGNO COLDIRETTI-FEDEROLIO SI RIPORTANO STRALCI DI ALCUNE DICHIARAZIONI/COMUNICATI DEI PROTAGONISTI DELLA VICENDA
Roma, 28 giugno 2018, Segretario Generale Coldiretti Vincenzo Gesmundo durante convegno pubblico: “(…) Come si considererà il patriottismo delle imprese olivicole e delle industrie olivicole italiane? Quelle che tenderanno nel brevissimo tempo ad arrivare a blend che contengono il 50% di olio italiano, e siccome questo fa parte integrante, perché dico 50%? Perché non è che noi veniamo dal mondo della luna (…) per me il massimo del Made in Italy di una qualsiasi industria qui rappresentata è quella industria che possa dimostrare che all’interno dei suoi blend c’è almeno il 50% di olio extravergine d’oliva italiano, piuttosto che dell’olio italiano, piuttosto che e vabbè ma io faccio 100%? Va bene, te daremo la palma con la biga qui sulla via che porta verso Roma (…)”
Roma, 3 luglio 2018, Federolio replica a nota di Assitol: “Da una nota diffusa poco fa FEDEROLIO apprende che Assitol (Associazione Italiana dell’Industria Olearia) guarda con stupore alla proposta presentata nell’accordo Federolio-Coldiretti – che punta a premiare un blend con un 50% di olio italiano – giudicata dall’Associazione una proposta che rischia di mandare ancora più in confusione il consumatore e che suscita perplessità nella filiera (…) Premesso che il nome “Italico” è stato usato proprio dall’Assitol e si è imposto nella sintesi giornalistica, stupisce apprendere della presa di posizione di Assitol contro questo accordo, considerato che Federolio e Unaprol hanno parlato di ben un 50% di olio italiano garantito nelle confezioni di questo blend mentre l’Assitol si era fermata al 30% (…) Rispetto a quello che è stato definito “italico” FEDEROLIO tiene poi a precisare che questo prodotto, oltre a contenere il 50% di prodotto nazionale, avrà una componente di olio non italiano che dovrà comunque rispondere a verificabili requisiti di eccellenza; inoltre esso sarà assoggettato a controlli effettivi e severi, per cui sarà qualcosa di profondamente diverso e distinto rispetto agli attuali blend (…)