Pubblichiamo una sintesi dell’intervento del prof. Angelo Frascarelli, presidente dell’ISMEA, edito su Terra e Vita.
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Entro il 31 dicembre 2021, come previsto dalla normativa Ue, il Piano Strategico per la Pac (Psp) era stato inviato alla Commissione europea.
Il 31 marzo 2022 la Commissione europea aveva inviato all’Italia un’ampia serie di osservazioni. Da aprile a ottobre 2022, il Ministero delle politiche agricole e le Regioni hanno lavorato per la revisione e il completamento del Psp, che sarà inviato definitivamente alla Commissione europea entro questo mese.
Il Psp è un documento importantissimo poiché definisce le scelte nazionali della politica agricola dei prossimi cinque anni (2023-2027) e quindi come saranno impiegati i 33,5 miliardi di euro assegnati all’Italia, pari a 7,3 miliardi di euro l’anno.
Nelle scelte nazionali del Psp, la decisione più complessa e dibattuta ha riguardato gli ecoschemi. Il Reg. Ue 2021/2115 prevede che gli Stati membri attivino un sostegno a favore dei regimi volontari per il clima e l’ambiente (“regimi ecologici”) alle condizioni stabilite dal regolamento e come ulteriormente specificato nei loro piani strategici della Pac.
Il sostegno per i regimi ecologici è concesso come pagamento annuale per ettaro o capo ammissibile sotto forma di:
- a) pagamenti aggiuntivi al sostegno di base al reddito; o
- b) pagamenti totalmente o parzialmente compensativi dei costi supplementari sostenuti e del mancato guadagno.
Il Psp prevede cinque tipologie di eco-schemi, strettamente correlate e integrate con la condizionalità rafforzata.
Agli ecoschemi l’Italia ha destinato il 25% delle risorse del Psp (percentuale minima obbligatoria, come sancito dal Reg. Ue 2021/2115), pari a 875,5 milioni di euro, suddivisi per ognuna delle cinque tipologie.
Più precisamente, il 41,5% all’Eco-schema 1 relativo alla zootecnia, il 17,8% all’Eco-schema 2 all’inerbimento colturale pluriennale, il 17,3 % all’Eco-schema 3 agli oliveti di rilevanza paesaggistica, il 18,6% all’Eco-schema 4 ai sistemi di foraggere estensive e il 5% all’Eco-schema 5 alle colture a perdere di interesse mellifero.
Gli agricoltori possono cumulare il pagamento di più ecoschemi, se possiedono i requisiti e rispettano i relativi impegni, eccetto l’Eco 2 e l’Eco 5 “arboree” che non sono cumulabili tra loro.
Eco-schema 2, colture arboree
L’Eco-schema 2 “Inerbimento delle colture arboree” è destinato alle superfici occupate da colture permanenti legnose agrarie (frutteti, vigneti, oliveti, agrumeti, noccioleti, ecc.) e altre specie arboree permanenti a rotazione rapida (tab. 4).
Vengono concessi 120 €/ha aggiuntivi al sostegno di base se, sulle superfici aderenti all’ecoschema, sono rispettati gli impegni di inerbimento, spontaneo o artificiale, dell’interfila, o, per le colture non in filare, all’esterno della proiezione verticale della chioma, tra il 15 settembre e il 15 maggio dell’anno successivo; di non lavorazione del suolo nell’interfila, fatta salva la pratica del sovescio; di limitazione ulteriore e progressiva dell’uso di fitosanitari sull’intero campo e durante tutto l’anno; gestire la copertura vegetale erbacea mediante operazioni di trinciatura-sfibratura della vegetazione erbacea, senza asportazione della vegetazione erbacea dal terreno.
L’accessibilità a questo ecoschema è praticabile a quasi tutte le coltivazioni arboree, in quanto già oggi adottano tale pratica, che viene incentivata con impegni rafforzati (limitazione dell’uso di fitofarmaci e non asportazione della vegetazione).
Eco-schema 3, oliveti paesaggistici
L’Eco 3 “Salvaguardia olivi di particolare valore paesaggistico” si rivolge a tutte le superfici olivetate che aderiscono già all’Eco 2, con una densità da un mino di 60 fino a 300 piante per ettaro (fino a 400 piante per ettaro su disposizione motivata delle Regioni).
A queste superfici viene concesso un aiuto di 220 €/ha, se rispettano gli impegni specifici relativi alla potatura biennale delle chiome, secondo criteri stabiliti, e al divieto di bruciatura in loco dei residui di potatura, salvo diversa indicazione (tab. 5).
L’accesso a questo ecoschema è relativamente semplice e automatico, con particolare attenzione alla potatura biennale delle chiome, che non è una pratica consueta per molti olivicoltori.
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La redazione