I succhioni, come riconoscerli ed eliminarli

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L’eliminazione dei succhioni e dei polloni è una delle attività che ogni olivicoltore deve eseguire per mantenere l’oliveto produttivo e in salute. Sono rami vegetativi e quindi improduttivi, che crescono sottraendo risorse alla pianta e ostacolando l’illuminazione della parte interna della chioma.

I succhioni sono rami con lunghi internodi che crescono quasi perpendicolari al suolo a partire da branche orizzontali di oltre tre anni. Possono anche originarsi da branche molto inclinate e in ombra, oppure nella parte alta della chioma dopo una capitozzatura.

Essi hanno una crescita molto veloce, anche di 2-3 metri a stagione.

L’olivo è una pianta che in condizioni naturali mantiene un equilibrio costante tra parte ipogea ed epigea. In altre parole un albero con un ampio apparato radicale tenderà a sviluppare un’ampia chioma. Quando si pota l’olivo durante la fase terminale dell’inverno si crea uno squilibrio nella pianta, uno stress che l’albero prova a superare emettendo il più velocemente possibile nuova vegetazione.

Ecco perché dopo la potatura dalle gemme avventizie nascono i succhioni. È il modo con cui la pianta prova a ricostruire in breve tempo la chioma che è stata asportata con la potatura.

Tuttavia ai fini produttivi i succhioni sono controproducenti perché:

  • per la loro crescita veloce i succhioni (come i polloni) assorbono energia sottraendola alle altre funzioni dell’albero, come la fruttificazione;
  • nascendo e crescendo nella parte interna della chioma, i succhioni vanno ad occupare lo spazio lasciato intenzionalmente vuoto dal potatore per far penetrare la luce all’interno del fogliame;
  • l’aumento della densità della chioma porta ad ombreggiamenti che deprimono la produttività e possono creare problemi favorendo l’insediamento di microrganismi patogeni.

Mentre la potatura di produzione deve essere effettuata sul finire dell’inverno, prima della ripresa vegetativa ma abbastanza in là da evitare i danni da gelata, la rimozione dei succhioni deve avvenire in estate, nei mesi di luglio e agosto.

Questo perchè i succhioni si formano alla ripresa vegetativa (quindi dopo la potatura invernale) e, come detto, hanno una crescita molto veloce. Aspettare dunque il riposo vegetativo della pianta significherebbe lasciare questi rami liberi di crescere, assorbendo energie a discapito di altre funzioni vitali. Eliminandoli invece precocemente si evita questo spreco di energie.

Quando si procede all’eliminazione dei succhioni sarebbe buona norma fare una valutazione sul loro numero. I succhioni sono infatti un buon indicatore per calibrare la successiva potatura di produzione. Se, come detto, i succhioni (e i polloni) si formano quando l’olivo è in disequilibrio, piante con molti polloni vivono una fase di stress e dunque la potatura successiva dovrà essere leggera.

I motivi di stress possono essere diversi: una potatura eccessivamente pesante l’anno precedente, una gelata che ha devitalizzato alcune branche, un eccessivo ombreggiamento interno alla chioma o una concimazione azotata troppo spinta.

In generale i succhioni vanno sempre eliminati precocemente, ma ci possono essere dei casi in cui possono essere risparmiati per essere poi usati al fine di rimpiazzare branche disseccate, danneggiate dal gelo o dal fuoco, oppure dalle operazione di raccolta delle olive.

In altre parole si lascia crescere il succhione per tutta la stagione e quando non è ancora completamente lignificato lo si piega per modificarne l’inclinazione e ‘posizionarlo’ nel punto che si preferisce, sempre rispettando i flussi linfatici. La piegatura ne riduce il vigore e permette una più rapida uscita dalla fase giovanile e quindi una precoce entrata in produzione.

Lo sfruttamento del potere rigenerante dei succhioni, come anche dei polloni, è lecito quando gelate intense compromettono l’intera chioma. Gli inverni con temperature molto basse provocano la morte di intere branche. In questi casi l’esperienza ha insegnato che la strategia di risanamento migliore è il taglio drastico delle parti danneggiate, che può comprendere intere branche primarie, ma anche il tronco, segato a pelo del terreno (ma sopra il colletto).

Con questi interventi lo squilibrio vegetativo è tale da indurre l’emissione di numerosi succhioni e polloni che dovranno essere lasciati liberi di crescere nella loro totalità, in modo che la pianta ritrovi il prima possibile il suo equilibrio. Solo successivamente verranno selezionati per ricondurre la pianta alla forma di allevamento desiderata.

Fonte: www.agronotizie.imagelinenetwork.com