La biodiversità è l’eredità che ci hanno lasciato i nostri progenitori ed è necessario studiarla, conservarla e proteggerla. Per questo sono nate le banche del germoplasma quali luoghi di conservazione di specie endemiche, rare o a rischio di estinzione, di specie selvatiche e a interesse agronomico con l’obiettivo principale di preservare la biodiversità vegetale.
Cosa è esattamente il germoplasma? Il germoplasma è il materiale di trasmissione dei caratteri ereditari da una generazione all’altra di una determinata specie. È costituito da tessuti o cellule capaci di ripristinare un organismo intero (animale, vegetale, microbico e
virale) e rappresenta la variabilità genetica disponibile per una specifica popolazione di individui.
In campo vegetale, il germoplasma è rappresentato da spore, polline, tessuti o parti di piante e semi, che rappresentano la struttura più usata dalle piante superiori per perpetuarsi.
Oggi, anche in seguito alle principali convenzioni internazionali perla conservazione della natura (IUCN, International Union for Conservation of Nature; CBD, Convention on Biological Diversity), le banche del germoplasma sono divenute anche un mezzo per
prevenire la perdita di biodiversità genetica e garantire un futuro alle specie in pericolo di estinzione. Inoltre, hanno funzioni di ricerca, principalmente sulla biologia riproduttiva e sull’ecologia delle varie specie, per individuarne i punti di forza o di debolezza in modo
da poterle reinserire negli ambienti naturali con maggiore facilità.
I campioni di materiale, raccolti e introdotti in una banca del germoplasma, vengono chiamati ‘accessioni’ e rappresentano un lotto di germoplasma relativo a una singola raccolta, identificato in maniera inequivocabile. Ciascuna accessione ha la sua scheda
archiviata in uno specifico database, facilmente rintracciabile per qualsiasi tipo di ricerca.
La Banca di Germoplasma olivicolo più grande dell’America si trova in Argentina e precisamente nella Provincia di San Juan e fu creata dalla Cooperativa Nazionale dell’Olivicoltura negli anni 40.
Le prime banche del germoplasma negli Stati Uniti sono state create in alcune università a partire dal 1950. Il loro ruolo era incentrato sul reperimento e sulla conservazione a lungo termine di germoplasma nell’ambito dei territori di pertinenza e principalmente di specie a uso agronomico.
La Banca mondiale del germoplasma olivicolo, sostenuta dal COI (Consiglio oleicolo internazionale), è stata costituita trent’anni fa dalla FAO (Food and Agricultural Organization of the United Nations). Il suo scopo primario è quello di salvaguardare il
patrimonio genetico olivicolo costituitosi nei secoli anche grazie all’espansione in tutto il mondo.
A preoccupare i ricercatori il fatto che questa ricchezza viene pian piano erosa a causa della sostituzione delle varietà tradizionali con nuove cultivar selezionate.
I vari modi per utilizzare e conservare questa specie secolare sono attualmente allo studio presso l’Università di Córdoba (UCO), con l’assistenza della rete delle banche del germoplasma del COI. È stato firmato un accordo tra le due istituzioni per una collaborazione nell’ambito del progetto TRUE HEALTHY OLIVE CULTIVARS (THOC).
La rete delle banche del germoplasma del COI è stata creata nell’ambito del progetto RESGEN nel 1994. Da allora la rete è cresciuta notevolmente e attualmente contiene varietà provenienti da tutto il mondo, tra cui: Albania, Algeria, Argentina, Croazia, Cipro, Egitto, Francia, Grecia, Iran, Israele, Italia, Giordania, Libano, Libia, Montenegro, Marocco, Palestina, Portogallo, Slovenia, Spagna, Tunisia, Turchia e Uruguay. La Siria ha avuto una collezione in passato ma, data l’attuale situazione politica, la sua inclusione nella rete del COI non è certa.
Gabriele Verderamo
Fonti:
www.treccani.it
biodiversityassociation.org
www.teatronaturale.it