Il nuovo ruolo degli interventi settoriali nel PSP

Nella PAC 2023-2027 gli interventi settoriali entrano nel Piano strategico consentendo di rispondere in maniera organica ai fabbisogni delle filiere e dei singoli settori, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi specifici della Politica agricola.

La PAC 2023-2027 riserva una rinnovata attenzione agli interventi settoriali, includendoli nel Piano Strategico della PAC (PSP) al pari dei pagamenti diretti e degli interventi per lo sviluppo rurale.

Questa nuova collocazione, dalla vecchia OCM unica al PSP, consente di rispondere in modo organico ai fabbisogni di filiere e settori, programmando in modo unitario i diversi interventi, e, al contempo, di contribuire in modo sinergico e coerente al raggiungimento degli obiettivi specifici della PAC.

L’Italia ha risposto alla Commissione offrendo un ricco menù di iniziative in favore delle filiere, sia nell’ambito del PSP – nel primo e nel secondo pilastro – che del PNRR e delle politiche nazionali, tanto da far emergere la cooperazione lungo la filiera agro-alimentare come uno dei temi portanti del PSP italiano.

Nell’ambito degli interventi settoriali sono stati ricondotti i regimi di sostegno in favore dei settori vitivinicolo, ortofrutticolo, olivicolo-oleario, apistico e pataticolo. Sono settori con caratteristiche strutturali, di produzione, di organizzazione della filiera, di commercializzazione, nonché criticità, completamente differenti. E infatti diversi sono i modelli di sostegno previsti.

La PAC riconosce alle Organizzazioni di Produttori (OP) un ruolo strategico nella concentrazione dell’offerta e nella organizzazione della produzione. Alle OP è affidato il compito di rafforzare la posizione degli agricoltori nella catena del valore adottando una strategia che coniughi competitività, qualità e sostenibilità, nelle sue tre accezioni.

Il modello di sostegno adottato è quello ampiamente sperimentato per il settore ortofrutticolo, estendendo al settore olivicolo e a quello pataticolo, pur con alcune eccezioni, il menù di obiettivi settoriali da realizzare (uno o più) attingendo ai diversi tipi di intervento resi disponibili. Per ciascun settore, nel PSP, è stata elaborata una strategia settoriale che, sulla base dell’analisi delle esigenze, ha individuato gli obiettivi da perseguire, i tipi di intervento e gli interventi attivabili. Spetta tuttavia alle OP scegliere quali obiettivi, tra quelli individuati, perseguire e attraverso quali interventi, nei limiti di alcuni vincoli.

Il Piano strategico della PAC ha rappresentato, negli intenti del legislatore, l’occasione per definire una strategia per il settore olivicolo-oleario che metta a disposizione degli operatori un sistema coerente di interventi che tenda al raggiungimento simultaneo dei seguenti obiettivi:

  • miglioramento della competitività del settore,
  • miglioramento della qualità della produzione,
  • maggiore sostenibilità, inclusa quella sociale.

Non esiste, infatti, competitività senza qualità e non esiste qualità senza sostenibilità.

La strategia mira a favorire la piena sostenibilità (economica, ambientale e sociale), coniugando crescita e performance economica con la protezione ambientale, nonché con le crescenti aspettative della società in termini di tutela dei lavoratori, di sviluppo di relazioni positive con le comunità circostanti e di promozione di relazioni con i consumatori finali improntate alla trasparenza e alla corretta comunicazione.

In questo quadro strategico, le OP/AOP rappresentano il fulcro dell’azione comunitaria soprattutto nell’ambito dell’intervento settoriale che l’Italia ha deciso di mantenere per il settore dell’olio di oliva e delle olive da mensa.

Nell’ambito degli interventi settoriali della PAC 2023-2027, infatti, l’UE garantisce il sostegno ai Programmi operativi delle OP/AOP e non più ai piani triennali previsti fino ad ora dalla vecchia OCM. E qui è il vero punto di svolta apportato dal Regolamento Ue 2021/2115. Diversamente dalla precedente PAC, infatti, per l’olio si configura una modalità attuativa simile a quella dell’OCM ortofrutta, ma con un tetto massimo del finanziamento nazionale fissato a 34,59 milioni di euro annui. Il sostegno comunitario al settore viene così collegato al valore della produzione commercializzata (VPC) dalle OP/AOP con un massimale d’aiuto decrescente nel tempo: 30% VPC nel 2023-24, 15% nel 2025-26, 10% dal 2027.

In questo contesto, le OP/AOP saranno chiamate a fare un cambio di passo non indifferente perché il finanziamento legato al valore del prodotto commercializzato implica una ristrutturazione organizzativa e manageriale non irrilevante.

Attraverso l’intervento settoriale, in coerenza con gli obiettivi specifici della PAC e con gli obiettivi settoriali declinati nell’articolo 46 del Regolamento Ue 2021/2115, la scelta dell’Italia è stata quella di attivare solo alcuni dei tipi di intervento previsti dall’articolo 47 e che potranno essere inclusi (non necessariamente tutti) nei Programmi operativi delle OP/AOP.

I tipi di intervento selezionati sono:

  • Investimenti in immobilizzazioni materiali e immateriali, ricerca e metodi di produzione innovativa e sperimentale;
  • Servizi di consulenza e assistenza tecnica;
  • Formazione, compresi l’orientamento e lo scambio di buone pratiche;
  • Produzione biologica o integrata;
  • Promozione, comunicazione e commercializzazione;
  • Attuazione di regimi di qualità dell’Unione e nazionali;
  • Attuazione di sistemi di tracciabilità e certificazione, in particolare per quanto riguarda il controllo della qualità dei prodotti venduti ai consumatori finali;
  • Investimenti in immobilizzazioni materiali e immateriali che rendano più efficace la gestione dei volumi immessi sul mercato, anche per il magazzinaggio collettivo;
  • Fornitura di servizi di orientamento ad altre OP/AOP ovvero a singoli produttori;
  • Azioni di comunicazione volte a sensibilizzare e informare i consumatori.

Nell’ambito dell’Intervento settoriale, l’ampio ventaglio degli interventi a disposizione delle OP dovrebbe aiutarle ad accrescere il valore della produzione commercializzata e nel contempo permetterebbe loro di continuare a offrire servizi essenziali anche ai piccoli produttori con il conseguente mantenimento (recupero) della superficie olivicola, che altrimenti rischierebbe di essere abbandonata.

Va da sé che la Strategia pensata per il settore per essere veramente incisiva necessita della complementarità di tutti gli strumenti a disposizione, intervento settoriale in primis ma in stretto collegamento con gli altri. L’obiettivo dell’intervento settoriale, infatti, è spingere le OP a migliorare l’efficacia delle loro azioni, avvalendosi anche di interventi mirati nell’ambito dello sviluppo rurale e del Piano nazionale di ripresa e resilienza

Gli interventi settoriali appena descritti sono stati tutti programmati a livello nazionale, ma un ruolo rilevante nella loro attuazione sarà rivestito dalle Regioni. Queste, oltre ad alcuni compiti affidati loro nell’ambito degli interventi settoriali, attraverso gli interventi di sviluppo rurale, così come i bandi per la realizzazione degli interventi programmati nell’ambito del PNRR, potranno contribuire alla realizzazione della più complessiva strategia settoriale, attivando quegli interventi, rivolti, ad esempio, agli investimenti, alla cooperazione e alle altre forme di progettazione integrata, alla logistica, alla modernizzazione degli impianti, che vanno a incidere su alcune criticità individuate nel PSP, contribuendo, in tal modo, a creare le pre-condizioni affinché le OP possano operare più efficacemente.

Sono proprio la sinergia, la complementarità e la coerenza il valore aggiunto del PSP, fallire su questo significherebbe vanificare anni di lavoro e ritrovarsi con una programmazione complessa ma senza buona parte di contenuto.

di Michele Di Domenico, Mario Schiano lo Moriello e Tiziana Sarnari (ISMEA), Pietro Manzoni di Chiosca, Maria Rosaria Pupo D’Andrea, Roberto Solazzo e Serena Tarangioli (CREA-PB)

La redazione

 

Fonte: www.pianetapsr.it