Siamo intervenuti più volte sul tema “etichettatura nutrizionale” spiegando come siano pensati i diversi sistemi proposti e quale sia il loro funzionamento.
Ormai sappiamo che la partita si gioca sulle due principali proposte: il Nutri-Score pensato e proposto dalla Francia e la NutrInform battery, pensato e proposto dall’Italia.
Il primo sistema, senza alcuna autorizzazione comunitaria, è già adottato da Francia, Belgio e Germania mentre in Italia non si può usare e chi ha provato, o proverà a farlo, deve rinunciarvi perché, almeno secondo la nostra Antitrust, è confusivo, non adottato e neppure riconosciuto dal nostro Paese come metodo opportuno a guidare il consumatore nelle proprie scelte alimentari.
Nel Parlamento europeo si è svolto “Empowering consumatori: riforma dell’etichettatura FoP: salute, conoscenza, libertà“, organizzato dall’eurodeputato spagnolo Jordi Canas (Cittadini – Spagna) e dal think tank Competere.eu. Ospiti di scienze della nutrizione, PMI e associazioni dei consumatori hanno discusso con i deputati della riforma della Commissione sull’etichettatura nutrizionale nella parte anteriore del pacchetto (FOP).
Pietro Paganini, fondatore di Competere.eu, ha affermato che “La scienza si sta muovendo nella direzione di diete personalizzate, quindi il punteggio nutrizionale appartiene al passato. È uno schema unico in cui un gruppo d’élite di scienziati approva un algoritmo che afferma di essere perfetto e applicabile a tutti. Tuttavia, quando gli interessi politici o commerciali lo decidono, l’algoritmo può essere modificato e le valutazioni dei prodotti selettivi possono passare dalla ‘E’ rossa alla ‘C’ gialla”.
Il professor Ramon Estruch dell’Università di Barcellona così si esprime: “Nutri-Score si concentra su ciò che è cattivo in un alimento. L’algoritmo ne calcola il rating, attribuendo il 40% di peso agli effetti negativi di un alimento e solo il 15% agli effetti positivi”.
“Il punteggio semplificato di Nutri-Score non aiuta le persone che possono soffrire di determinate malattie legate al sodio, allo zucchero, ai grassi saturi o agli zuccheri – continua il professor Estruch – perché se una persona ha esigenze alimentari particolari, ciò di cui ha bisogno sono informazioni, per essere autorizzata a prendere una decisione informata, adeguata alle esigenze mediche”.
“Nutri-Score è semplice e troppo semplice. Commette errori evidenti“, ha affermato Herbert Dorfmann, eurodeputato del Parlamento europeo e relatore per la strategia dell’UE dal campo alla tavola.
Un sistema così semplice può forzare la riformulazione delle ricette, per ottenere un punteggio nutrizionale migliore.
Egli ha raccomandato che il Nutri-Score sia valutato per i suoi risultati negli effetti sulla salute dei consumatori in quei paesi (Francia, Belgio, Germania) che hanno introdotto il sistema nel loro piano nutrizionale nazionale, prima di implementarlo in tutta Europa.
E, ancora, per l’eurodeputato Dorfmann, l’opacità dell’algoritmo e la realtà che Nutri-Score sia ed è un sistema di proprietà privata privo di trasparenza è problematica, perché fornisce alle catene di distribuzione dei supermercati un potere di cui si può abusare per influenzare le decisioni dei consumatori.
In rappresentanza delle piccole e medie imprese in Europa, Veronique Willems di SME Europe ha evidenziato gli oneri intrinseci della riformulazione delle ricette dei prodotti per ottenere un punteggio nutrizionale migliore, sforzi che potrebbero non portare a una maggiore soddisfazione del cliente e, infine, il Nutri-Score fa apparire meno sani molti prodotti artigianali tradizionali e potenzialmente più sani rispetto ai prodotti commerciali riformulati.
Nel frattempo, mentre si discute, tutta la grande distribuzione europea lavora per imporre l’etichetta a semaforo che boccia l’olio extravergine d’oliva, promuove bibite proteiche e bibite gassate.
In Francia, grande protagonista è Michel Eduard Leclerc, patron della gigantesca catena di supermercati, che testualmente afferma: “Il Nutri-score è minacciato perché c’è una lobby infernale, che è partita dall’Italia, ma anche da produttori francesi, che rifiuta questo sistema d’informazione che credo sia molto vantaggioso per il consumatore. Dobbiamo bloccare questa lobby che vuole eliminare il Nutri-score”. A queste deliranti affermazioni hanno risposto con decisione diversi personaggi del mondo sia agricolo, come Luigi Scordamaglia, che politico, come Gian Marco Centinaio e Paolo De Castro.
La redazione
Fonti: www.olimerca.com