“La produzione francese di olio di oliva per la stagione 2018-2019 è stimata a 5.900 tonnellate” riporta il quotidiano “Le monde” che sottolinea come questa sia “una goccia d’oro” se paragonata “ai 3,13 milioni di tonnellate spremute nel mondo, secondo i dati del consiglio oleicolo internazionale”.
Una coltura preziosa che attira l’interesse dei grandi gruppi “come Avril, braccio armato della filiera oleaginosa francese, conosciuto dai consumatori con i marchi Lesieur e Puget”, spiega il quotidiano, nel rendere noto che Puget, per rispondere alle esigenze del consumatore “sempre più attento all’origine dei prodotti” ha deciso di “giocare la carta di tre ‘origini pure’, con Grecia, Marocco e Francia“.
Nasce così la lattina firmata ‘I frantoi francesi’ il cui disciplinare, spiega Le monde, “non prevede Dop, ma miscele di prodotto di almeno cinque frantoi e prezzi sotto pressione a 20 euro al litro”.
“A questo prezzo il produttore di olive non guadagna” afferma Olivier Nasles tesoriere dell’organizzazione interprofessionale France olive.
“L’obiettivo, un aumento della produttività degli uliveti francesi per rispondere a questa domanda”, continua “Le monde”.
“Siamo a un quarto della resa spagnola”, stima Nasles. Infatti, “le grandi piantagioni intensive in Spagna non sono paragonabili agli uliveti francesi” sottolinea il quotidiano, nel concludere che il progetto sarebbe quello “di impiantare due varietà spagnole e una greca, la cui coltivazione puo’ essere industrializzata”.