Patuanelli presenta in tempo a Bruxelles il Piano Strategico Pac

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Il Mipaaf rispetta la scadenza del 31 dicembre 2021 e consegna il documento chiave della prossima Pac per la valutazione della Commissione europea. Molte le scelte importanti per la programmazione 2023-2027: mantenimento dei titoli, cinque ecoschemi, pagamento ridistributivo fino a 14 ettari, pagamento accoppiato con le novità per agrumi e riso, nuova Ocm per le patate.

Il Piano Strategico per la Pac (Psp) è un documento importantissimo poiché definisce le scelte nazionali della politica agricola dei prossimi 5 anni (2023-2027), per 33,5 miliardi di euro, pari a 7 miliardi di euro/annui (tab. 1).

I lavori per la scrittura del Psp hanno raggiunto un livello molto frenetico nelle ultime settimane del 2021, con moltissime riunioni tra Ministero, Regioni, organizzazioni agricole, organizzazioni del mondo cooperativo e portatori d’interesse (associazioni ambientaliste, rappresentanze dell’industria alimentare, ecc.).

Il massimale assegnato all’Italia (pari a 3,658 miliardi l’anno) potrà essere utilizzato dagli Stati membri con una certa flessibilità, secondo due modalità: trasferimento di risorse dal I al II pilastro e attribuzione ad ogni sostegno una percentuale del budget, all’interno di un range.

Il Psp ha previsto il trasferimento di risorse dal I al II pilastro, per importi pari a 90 milioni di euro annui per il sostegno all’agricoltura biologica, andando ad integrare le risorse del II pilastro, 36 milioni di euro annui per i giovani agricoltori, 6 milioni di euro annui per interventi settoriali alle patate.

Da ciò ne deriva che il plafond netto per i pagamenti diretti si è ridotto a 3.526,5 milioni di euro che è stato ripartito tra le diverse tipologie di pagamenti. Inoltre il Psp ha previsto una trattenuta del 3% dei pagamenti diretti da trasferire al fondo mutualistico nazionale sulla gestione del rischio per le avversità catastrofali.

Gli attuali possessori di titoli continueranno a mantenere i titoli, mentre gli agricoltori che ne sono sprovvisti potranno acquistarli sul mercato o accedere alla riserva nazionale. Tuttavia, il valore dei titoli verrà ricalcolato.

Il nuovo valore unitario dei titoli per ogni agricoltore sarà determinato sommando il loro valore storico e il relativo pagamento percepito per il greening per ogni agricoltore, riproporzionato in base al nuovo budget per il sostegno di base. Quindi gli agricoltori con un valore dei titoli più elevato continueranno a beneficiare di un sostegno più elevato e, viceversa, gli agricoltori con un valore dei titoli più basso continueranno a beneficiare di un sostegno più basso.

Bisogna tener conto che il vecchio pagamento di base + greening, assommava al 85,08% del massimale dei pagamenti diretti; invece il nuovo pagamento di base è il 48% del massimale dei pagamenti diretti. Di conseguenza, il nuovo pagamento di base è molto inferiore rispetto al vecchio pagamento di base + greening.

Va inoltre tenuto conto del processo di convergenza interna dei titoli.

I titoli rimarranno differenziati sulla base del loro valore storico, ma l’Italia dovrà ridurre i titoli di valore elevato e finanziare l’innalzamento dei titoli di valore basso, attraverso tre criteri:

  1. una convergenza per avvicinare il valore dei titoli di valore basso al 85% del valore medio nazionale nel 2026, raggiungibile con 4 step crescenti (5%, 6%, 7%, 7%);
  2. un tetto ai titoli di 2.000 euro dal 2023;
  3. una diminuzione dei titoli di valore più elevato, applicando uno “stop loss” al 30%.

L’obiettivo finale del nuovo modello di sostegno della Pac è di avvicinare i valori dei pagamenti diretti ad ettaro.

Nelle scelte nazionali, in merito alla stesura del Psp, la decisione più dibattuta ha riguardato gli ecoschemi. Inizialmente, il Mipaaf aveva proposto 7 ecoschemi, che sono stati, successivamente, implementati a 5 categorie, strettamente correlati e integrati con la condizionalità rafforzata.

A questa tipologia di pagamento viene destinato il 25% delle risorse per i pagamenti diretti, che corrisponde a circa 891 milioni di euro, di cui il 42% al ECO 1, il 19% al ECO 4, il 17% sia al ECO 2 che al ECO 3 e l’ultimo 5% al ECO 5.

I cinque ecoschemi riguarderanno:

ECO 1 – Pagamento per il benessere animale e la riduzione dell’utilizzo degli antibiotici;

ECO 2 – Inerbimento delle colture arboree, a cui sono ammissibili tutte le superfici occupate da colture permanenti (legnose agrarie) e altre specie arboree permanenti a rotazione rapida. Vengono concessi 120 €/ha aggiuntivi al sostegno di base se, sulle superfici aderenti all’ ecoschema, sono rispettati gli impegni di inerbimento, spontaneo o artificiale, dell’interfila, o, per le colture non in filare, all’esterno della proiezione verticale della chioma, tra il 15 settembre e il 15 maggio dell’anno successivo; di non lavorazione del suolo nell’interfila, fatta salva la pratica del sovescio; di limitazione ulteriore e progressiva dell’uso di fitosanitari sull’intero campo e ,durante tutto l’anno; gestire la copertura vegetale erbacea mediante operazioni di trinciatura-sfibratura della vegetazione erbacea, senza asportazione della vegetazione erbacea dal terreno;

ECO 3 – Salvaguardia olivi di particolare valore paesaggistico, a cui sono ammissibili tutte le superfici olivetate che aderiscono già all’ECO 2 e sono di particolare valore paesaggistico e storico, anche in consociazione con altre colture. A queste superfici viene concesso un aiuto di 220 €/ha, se rispettano gli impegni specifici relativi alla potatura annuale delle chiome, secondo criteri stabiliti, e al divieto di bruciatura in loco dei residui di potatura, salvo diversa indicazione.

ECO 4 – Sistemi foraggeri estensivi: sono ammissibili all’eco-schema tutte le superfici a seminativo in avvicendamento di colture leguminose e foraggere, nonché da rinnovo con l’impegno alla gestione dei residui con un’ottica di carbon sink;

ECO 5 – Misure specifiche per gli impollinatori. A questo ecoschema sono ammissibili le superfici a seminativo e quelle occupate da colture arboree permanenti sulle quali sono rispettati gli impegni relativi al mantenimento, tramite la semina con metodi che non implichino la lavorazione del suolo, di una copertura dedicata con piante di interesse apistico (nettarifere e pollinifere), spontanee o seminate (senza lavorazione del suolo).

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di Angelo Frascarelli

Fonte: www.terraevita.edagricole.it