Secondo le proiezioni dal Ministero dell’Agricoltura Tunisino, per questa campagna 2019-2020 la produzione nazionale di olio d’oliva raggiungerà la quota record di 350 mila tonnellate di olio, contro le 140 mila tonnellate nella passata campagna 2018-2019. La Tunisia aspira ad esportare 250 mila tonnellate.
A fine dicembre il deprezzamento ha portato alla chiusura di ben 70 frantoi oleari nella regione di Bouhajla, nel governatorato di Kairouan, causando significative perdite finanziarie ai produttori.
Numerosi agricoltori e proprietari dei frantoi oleari si sono riuniti di fronte al quartier generale del governatorato in un clima forte di tensione.
I manifestanti chiedono l’intervento del Ministero dell’Agricoltura per calmierare i prezzi e ridurre i costi di produzione, della manodopera e dell’elettricità, prima che questa situazione possa danneggiare la raccolta delle olive.
Ma anche nel mese di gennaio 2020, per tre mesi consecutivi, i prezzi delle olive continuano a precipitare, con un impatto negativo sui prezzi dell’olio di oliva.
Infatti in diverse regioni della Tunisia si registra un calo preoccupante del prezzo dell’olio addirittura a 3 DT (Dinaro Tunisino) al Kg con il cambio attuale (27/01/2020) circa 0,96 €. Mentre un litro di olio di mais costa circa 3,72 DT.
La capacità di stoccaggio dell’olio di oliva, specie in questa campagna olearia record, è una delle cause della crisi in corso, infatti la capacità di raccolta del National Oil Office (ONH) è limitata a solo 100.000 tonnellate di olio di oliva.
Si noti che l’ONH vende un litro di olio extra vergine di oliva a 5,6 DT (circa 1,8 €), un prezzo legato alla domanda e all’offerta sui mercati locali e internazionali.
L’attuale crisi ha portato molti olivicoltori a protestare con veemenza, a volte fino a sospendere le operazioni di raccolta delle olive.