“La blockchain deve essere unica e condivisa a livello nazionale. Per questo ci sarà un tavolo interministeriale, ma inizieremo a ragionare su questo tema dopo le elezioni europee perché in questo momento la politica italiana, soprattutto all’interno del Governo, è troppo litigiosa. Un argomento come la blockchain, che riguarda il futuro delle aziende italiane, non può diventare motivo di scontro”.
Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio, alla tavola rotonda sulla blockchain (moderata da Mauro Rosati, direttore generale di Fondazione Qualivita), che si è volta nella prima giornata di Tuttofood, la fiera internazionale dell’agroalimentare in corso alla Fiera di Milano fino al 9 maggio prossimo.
“Chi coltiva dati raccoglie valore”
“L’agricoltura 4.0 – ha spiegato Filippo Maria Renga, direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood – viene fatta con strumenti digitali che consentono di prendere le decisioni più efficaci, così come tracciabilità e qualità vengono oggi garantite da sistemi digitali”.
Blockchain opportunità per i prodotti Dop e Igp
La blockchain può diventare uno strumento di tutela dei marchi e dei prodotti nazionali, in grado di garantire un percorso di trasparenza verso il consumatore e di valorizzazione la filiera produttiva. A questa nuova tecnologia, importante per la trasparenza dell’etichetta, guardano con interesse anche i consorzi dei prodotti a indicazione geografica, come ha sottolineato Nicola Cesare Baldrighi, presidente del Consorzio di tutela del Grana Padano e di Origin, organismo che associa i Consorzi dei prodotti Dop e Igp.
Mercoledì 8 maggio sempre a Tuttofood, nell’area “Block Plaza” verranno presentate le filiere pilota della blockchain made in Italy, ossia quelle del Grana Padano Dop, dell’Aceto Balsamico di Modena Igp, del Cioccolato Di Modica Igp, e della filiera bio di alta qualità di Lattebusche.
Per Maria Chiara Ferrarese, vicepresidente di Csqa, la blockchain rappresenta un’opportunità da cogliere, ma occorre che “tutti parlino la stessa lingua digitale”.