Le grandi manovre tra gli oliveti toscani

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Olma, a Grosseto, cederà a breve il proprio impianto d’imbottigliamento a Certified Origins Italia Srl, il gigante della commercializzazione dell’olio extra vergine d’oliva con un fatturato al 1° gennaio 2020 di più di 127 milioni di euro. L’operazione – costo di avviamento, immobili e linea d’imbottigliamento – dovrebbe concludersi con un prezzo tra sette e undici milioni. Di fatto si tratta di un passaggio di mano tra due realtà gemelle: Olma, infatti, con una quota del 33 per cento è uno dei tre soci di Certified Origins Italia, insieme a Montalbano spa, società veicolo di alcune grosse cooperative agricole toscane, e a Condor Capital, società di Jara Ruiz de Goana Ruffo Gerardo, imprenditore che ha importanti interessi nella produzione oleicola in Spagna.

Leggere però questa cessione di ramo d’azienda solo nella logica del rapporto consolidato tra due aziende che operano nello stesso comparto collegate da incroci proprietari, costituirebbe un errore di prospettiva.

Secondo molti, infatti, il passaggio di proprietà dell’impianto d’imbottigliamento, che ha una capacità di 15mila bottiglie al giorno, è collegato alle grandi manovre in corso nell’olivicoltura toscana, ovvero ai massicci piani d’investimento che si stanno facendo in provincia di Grosseto, con l’obiettivo d’impiantare oliveti super intensivi che prevedono fino a tremila piante/ettaro adatte alla raccolta meccanizzata.

Entro pochissimi anni saranno oltre mille gli ettari super intensivi. E il motivo è presto detto: produrre e imbottigliare nella nostra regione perché l’olio made in Tuscany spunta prezzi di gran lunga migliori. Ma l’olio redditizio è l’Igp Toscano, e le colture super intensive sono a base di cultivar spagnole – Arbosana e Arbequina – non previste nel disciplinare.

Che però può essere modificato.

Quest’operazione potrebbe essere il primo round del combattimento tra olivicoltura tradizionale e super intensiva.

Fonte: www.iltirreno.gelocal.it