Il PSR Puglia 20140-2020 marcia verso il disimpegno automatico delle risorse del Fondo europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale (FEASR) che l’amministrazione pugliese sta tentando di pilotare e rendere parziale e corrispondente ad una quota parte di circa 100 milioni di euro di spesa pubblica complessiva. Gli uffici del dipartimento Agricoltura sono riusciti a giustificare con la causa di forza maggiore – i ricorsi al Tar sulle misure strutturali – solo altri 42 milioni di spesa pubblica non effettuata entro il 31 dicembre scorso.
Sulla base dei dati Agea si stima che l’ammontare del disimpegno automatico del Feasr del Psr Puglia, dovrebbe aggirarsi intorno ai 60 milioni di euro, se le richieste di Regione Puglia venissero accolte dalla Commissione Ue.
Il direttore del dipartimento Agricoltura Nardone ha comunicato che la Regione ha inviato nei giorni scorsi a Bruxelles una dettagliata relazione con un Piano d’azione per indicare gli obiettivi bimestrali che consentiranno di valutare l’andamento della spesa, al fine di ottenere la richiesta di deroga e scongiurare il disimpegno dei fondi.
Dei 142 milioni di mancata spesa per il Psr infatti, sono 42 i milioni cofinanziati dal Feasr per i quali la Puglia ha chiesto che venga riconosciuta la causa di forza maggiore (le sentenze del Tar) e consentita la rimodulazione dei budget.
Secondo i dati dell’Autorità di gestione, su 680 istanze classificate in posizione utile, sono 490 le concessioni rilasciate. I casi riguardanti le imprese inizialmente escluse e poi riammesse in graduatoria sono 42, per quanto riguarda sostenibilità finanziaria e titoli abilitativi. Mentre sono 95 i casi di riammissione per quanto riguarda invece la cantierabilità. Cioè 137 imprese saranno riammesse dopo essere state escluse.
L’Avvocatura regionale ha ridefinito il numero dei ricorsi pendenti che sono 84 dopo la recente sentenza favorevole del Tar che ne ha rigettato uno confermando la correttezza dell’operato dei servizi regionali nell’espletamento dell’istruttoria.