«L’Umbria deve darsi innanzitutto una strategia e degli obiettivi precisi. Al primo posto ci deve essere il reddito delle aziende che operano nel comparto. Sosterremo le imprese che creano ricchezza e lavoro. Si terrà conto anche delle tante sfaccettature settoriali e localiste. Ma senza venir mai meno al principio che agli aiuti pubblici corrisponda un reale aumento di competitività delle aziende e di crescita del territorio nel suo complesso».
Roberto Morroni, da qualche settimana assessore alle politiche agricole e agroalimentari e alla tutela e valorizzazione ambientale della Regione Umbria, ritiene prematuro esprimersi su situazioni specifiche, ma un’idea sulle direzioni da imprimere al nuovo corso se l’è già fatta. «Niente più contributi “a pioggia” – spiega l’assessore – sottolineando come negli ultimi 15 anni la Regione abbia perso terreno in tutti i comparti e che, se non si inverte la rotta, l’attuale livello di benessere non potrà essere garantito».
Riguardo al primo aspetto, ad esempio, si è già espresso per porre fine ai bandi perennemente aperti, agli avvisi con scadenze prorogate di continuo. «I bandi del Psr – spiega – dovranno subire prima uno stress test interno e diventare pubblici con elementi e date certe. Un aspetto fondamentale per garantire la necessaria programmazione operativa e finanziaria delle imprese, che, altrimenti, rischiano di essere messe in difficoltà e non aiutate».
Tre le parole d’ordine della nuova politica agricola regionale: aggregazione, innovazione e sostenibilità. «L’azienda che produce la stessa cosa non deve essere più vista come rivale ma come possibile alleato – evidenzia Morroni – non mi interessa la formula con la quale si fa sistema. Mi interessa che le risorse sostengano questo processo che è, innanzitutto, culturale e politico».
In merito all’innovazione, l’assessore fa riferimento in particolare a quella tecnologica. «Favoriremo con ogni mezzo la ricerca. Promuoveremo il cambiamento come opportunità. Vanno vinte le resistenze per non perdere l’appuntamento con il futuro».
Riguardo alla sostenibilità ambientale, Morroni sottolinea come si tratti di «un aspetto sempre più socialmente rilevante e che si incrocia in maniera virtuosa con l’agricoltura. Anche in questo caso si tratta di un’ulteriore freccia all’arco regionale e non di un freno».