Continuano gli studi sulle cultivar resistenti alla xylella

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I risultati che continuano ad emergere dalle osservazioni in campo e dalle indagini diagnostiche supportano le evidenze iniziali sulla manifestazione di fenomeni di resistenza nella cultivar Leccino“.

“Un dato che lascia ben sperare per una possibile convivenza sostenibile dell’olivicoltura in aree infette dal batterio” dice il dott. Boscia, responsabile della sede di Bari dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del CNR.

L’analisi della distribuzione e della concentrazione della popolazione batterica in piante di diverse cultivar, fornendo risultati diagnostici di elevata sensibilità ed affidabilità, conferma l’importanza di una metodologia che tenga conto della distribuzione non uniforme del batterio nelle piante.

Tali aspetti sono stati considerati nella redazione delle linee guida attualmente utilizzate a livello regionale per il programma ufficiale di monitoraggio.

Anche l’analisi di oltre 200 piante della cultivar brevettata Favolosa, presenti in una zona ad alta pressione d’inoculo, ha fornito dati  molto incoraggianti sulla possibile resistenza di questa cultivar a xylella, forse anche più elevata di quella riscontrata nel Leccino.

Ma anche altre cultivar, come la Frantoio, peraltro parentale di origine della Favolosa, sembrerebbero presentare una qualche forma di resistenza/tolleranza, sia pur parziale alla malattia.

Al contempo, si rinforzano le evidenze sull’elevata suscettibilità del cultivar Cellina di Nardò e, ancora di più, di Ogliarola salentina“.