Pubblichiamo una sintesi dell’intervista al prof. Franco Nigro, ordinario di Patologia vegetale presso il Dipartimento di Scienze del suolo, della pianta e degli alimenti dell’Università di Bari, dopo l’approvazione del Regolamento di esecuzione (UE) 2020/1201 della Commissione del 14 agosto 2020, già da noi pubblicato Professor Nigro, cosa non la convince del nuovo regolamento?
“Larghe fasce olivetate nell’area ex-contenimento potrebbero essere salvate applicando tempestivamente le misure di abbattimento delle piante infette e di controllo del vettore”
Quali sono le scelte che contesta?
“Quelle che sanciscono la smobilitazione ed il disimpegno rispetto alle aree d’intervento. In particolare: 1) si riduce da 100 metri a 50 metri il raggio entro cui rimuovere le piante sane ed infette nella zona cuscinetto; 2) si riduce l’ampiezza della zona di contenimento da 20 a 5 chilometri e della zona cuscinetto da 10 a 5 chilometri“.
Cosa significa in termini concreti?
“Questa norma comporterebbe che la nuova demarcazione della zona di contenimento dovrebbe arretrare e questo vuol dire lasciare che al di sotto di questa linea la malattia faccia il suo corso“.
Il Regolamento è stato adottato a seguito di consultazioni. Non sono stati avanzati i dubbi che Lei sta ora ponendo?
“Il meccanismo di adozione del regolamento è molto lungo e complesso. Probabilmente gli europarlamentari pugliesi non si sono resi conto del significato tecnico del provvedimento“.
I rappresentanti dello Stato italiano non sono intervenuti?
“Mi chiedo come mai lo Stato italiano ed i suoi rappresentanti abbiano accettato questo tipo di impostazione del Regolamento e la riduzione delle aree di contenimento. Chissà se realmente conoscono la situazione del territorio pugliese. O se in termini di costi/benefici abbiano valutato più conveniente allentare la morsa sul comparto vivaistico, ma sacrificando larghe fasce del territorio olivetato dell’Alto Salento“.
Professor Nigro, tutto è allora perduto?
“La ricerca ha fatto passi da gigante nella conoscenza del complesso patosistema olivo/xylella/vettore, ma è ancora lontana dal ritrovamento di una cura. E’ scandaloso che lo Stato italiano e la Regione Puglia non abbiano attivato la disponibilità di ulteriori risorse pubbliche per finanziare progetti di ricerca coordinati, multidisciplinari, plurali e trasparenti. Ed è ancora più scandaloso che si assista alle perfomance di personaggi senza competenze specifiche in tema di xylella che continuano a proporre cure inesistenti o farlocche. Se queste fantomatiche cure funzionassero, non saremmo arrivati all’attuale disastro“.
Intervista di Oronzo Martucci
Fonte: www.quotidianodipuglia.it