Comparto olivicolo. Interventi del sottosegretario La Pietra e del presidente di Italia Olivicola, Gennaro Sicolo

In occasione della conferenza di celebrazione dell’accordo di filiera tra Confagricoltura e Carapelli Firenze, l’incipit sul comparto olivicolo è dato dallo studio di Nomisma su “”La filiera olivicola italiana nel mercato globale, tra nuovi trend di consumo e scenari evolutivi” presentato da Denis Pantini.

Il report registra una frammentazione produttiva del settore olio testimoniata dal 40% delle aziende olivicole italiane con meno di 2 ettari di oliveto e solo il 2,5% con oltre 50 ettari, dalla produzione media, nell’ultimo triennio (2020-2022), inferiore alle 300mila tonnellate, contro le oltre 500mila del triennio 2010-2012.

Diverse le motivazioni della diminuzione ci sono le condizioni climatiche avverse, la frammentazione produttiva, la volatilità dei prezzi e della redditività. Di fatto per la produzione d’olio d’oliva italiano si può parlare di un calo strutturale.

Il sottosegretario al Masaf, Patrizio La Pietra, intervenendo nel corso della conferenza afferma: «Dobbiamo mettere sul tavolo una strategia per affrontare le numerose problematiche che interessano il comparto. L’obiettivo è arrivare a una interprofessionale del comparto olio, la situazione deve essere risanata. La politica deve intervenire. È importante fare gioco di squadra. Stiamo perdendo posizioni sui mercati».

Continuando nel suo intervento, il sottosegretario ha indicato il suo pensiero sulla problematica Xylella: «Serve una riflessione tempestiva sulla Puglia. Da un’area infetta inizialmente circoscritta nel Salento, siamo arrivati a Bari. Le fasce di protezione ogni anno vengono spostate più a nord. Se per salvare il comparto si deve spianare tutto, si spiani. Dobbiamo intervenire affidandoci alla consapevolezza della scienza e non all’ideologia astratta che non serve a nulla».

A tale proposito Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola, intervistato da Olive Oil Times, ha dichiarato:

«La maggior parte degli agricoltori e dei proprietari terrieri colpiti da Xylella fastidiosa ha accettato l’implementazione dei protocolli di distruzione, alcuni hanno persino proceduto ad applicarli da soli. Ma si può fare di più. Negli ultimi anni le istituzioni locali hanno accelerato in modo significativo le azioni di contenimento, le operazioni di monitoraggio e l’estirpazione degli alberi infetti. C’è però bisogno di un’azione più rapida e sinergica. Per questo abbiamo proposto la nomina di un responsabile dell’emergenza dotato di pieni poteri, risorse e mezzi straordinari, in grado di attuare l’eradicazione in poche settimane dalla segnalazione di un focolaio. La Xylella non è meno un’emergenza di quanto lo sia stato il Covid-19 e dovrebbe essere trattata come tale».

Oggi l’obiettivo più significativo per agricoltori e funzionari nella difesa dal batterio Xylella, ha sottolineato Sicolo, «è prevenire la sua diffusione più a nord, perché altrimenti metterebbe in pericolo centinaia di migliaia di oliveti. Queste sono le zone di eccellenza della produzione olearia pugliese».

 

La redazione