Irrigazione a deficit controllato e a goccia e fertirrigazione: le tecniche giuste

Nelle previsioni il 2023 sarà un anno siccitoso. Anche se l’olivo è una delle piante più resistenti alla siccità per l’elevata tolleranza alla carenza idrica, esso non trae vantaggio da questa poiché la sua risposta allo stress è una riduzione della densità stomatica e della fotosintesi, a scapito della produzione.

Laddove invece sia disponibile la risorsa idrica, l’apporto d’acqua supporta lo sviluppo vegetativo nelle fasi iniziali. L’irrigazione aumenta il numero dei germogli e degli internodi, il diametro del fusto, la densità delle radici e limita il fenomeno dell’alternanza produttiva.

Per irrigare gli oliveti è possibile apportare il quantitativo di acqua richiesto dalle piante, si può agire basandosi sull’evapotraspirazione in relazione alle fasi fenologiche, oppure scegliendo l’irrigazione a deficit controllato (RDI) in modo da ottenere benefici quantitativi e qualitativi nella produzione delle olive e conseguentemente dell’olio.

La scelta sarà compiuta in funzione del risultato che ci si prefigge, tenendo in dovuto conto l’influenza dell’irrigazione sul profilo sensoriale (composti fenolici e volatili) dell’olio.

Sono molti gli studi che dimostrano come l’abbinamento dell’irrigazione a deficit controllato alla fertirrigazione favorisca il raggiungimento dei target produttivi prefissati.

Fino a pochi anni fa un ettaro di oliveto contava circa 100 alberi, coltivati in modo estensivo, distanziati e non irrigati. Oggi un ettaro di oliveto classico ospita circa 300 esemplari, un intensivo può superare le 2mila piante (ndr: in reltà è il superintensivo che può superare le 1.600 piante per ettaro).

L’irrigazione a goccia permette di intensificare i sesti d’impianto aumentando le produzioni per ettaro senza compromettere la qualità del prodotto finito. Ne derivano una maggiore redditività e un più veloce ritorno dell’investimento.

Per mantenere la densità d’impianto raddoppiata o triplicata e le alte rese, le piogge stagionali non sono sufficienti.

Gli impianti ad alta densità esprimono al meglio il loro potenziale produttivo con l’irrigazione a goccia abbinata alla fertirrigazione che assicura acqua e sostanze nutritive agli olivi e, nello stesso tempo, consente di ridurre i costi legati a fertilizzanti e manodopera.

La redazione

Fonte: agronotizie.imagelinenetwork.com