La siccità preoccupa ancora l’olivicoltura savonese. Cia: “A rischio fino al 30% dei prodotti agricoli”

Alla Cooperativa Olivicola di Arnasco la giornata dedicata alla presentazione ufficiale delle attività svolte durante l’anno e ai progetti per il futuro ha sempre un significato particolare. Non tanto per la miriade di idee messe in campo, ma anche per la premiazione dei soci che si sono distinti per la valorizzazione e la promozione della cooperativa. Il segreto di Sociolio è proprio questo, trasformare i numeri di un bilancio in festa ed emozione.

Una tradizione che si è ripetuta sabato 25 febbraio nel frantoio della cooperativa, trasformato in sala riunioni, e nella sala riunioni trasformata in una elegante e country sala da pranzo.
Il presidente-anima della Cooperativa, Luciano Gallizia, ha presentato il bilancio e le prospettive dell’olivicoltura in bassa Valle Arroscia: un settore importante per cultura ed economia messo in difficoltà dalla siccità che, anche quest’anno, rischia di fare grossi danni.

A sottolineare i pericoli, ma anche a suggerire qualche possibile “trucco” per limitare i danni, di un clima tanto siccitoso è stato Gianluca Bico, agronomo che da anni segue con successo gli oliveti della cooperativa. Proprio sui rischi di approvvigionamento idrico che già hanno determinato cali di produzione nel 2022 per le filiere agricole, è intervenuta Cia-Agricoltori Italiani: “Le previsioni parlano di una nuova estate di grande deficit con crolli produttivi del 10% per gli ortaggi e fino al 30%, in alcune zone, per colture e produzioni locali di eccellenza”.

Bene, quindi, per Cia-Agricoltori Italiani che sia stato convocato l’incontro interministeriale del primo marzo da parte di Palazzo Chigi. Un’occasione importante la volontà del Governo di affrontare l’emergenza siccità e varare un piano di interventi a breve, medio e lungo termine”.

Secondo Cia, infatti, occorre finalizzare un piano infrastrutturale di piccoli laghetti e invasi da affiancare alle azioni già previste con il Pnrr e a quelle per il riutilizzo a uso agricolo delle acque reflue depurate: “Subito a lavoro per un’agricoltura più resistente ai cambiamenti climatici e per un’infrastruttura irrigua che non ci renda fanalino di coda in Europa e nel mondo, dove il nostro Made in Italy deve continuare a vincere” ha concluso Cia.

 

La redazione

Fonte: www.ivg.it