Oleato: da Starbucks arriva il caffè con olio extravergine d’oliva

Molti lo considerano la panacea per l’organismo, e in effetti un cucchiaio di olio extravergine al mattino può favorire il tratto intestinale, oltre a svolgere un’importante funzione gastroprotettrice. Un modo insolito ma salutare per cominciare la giornata: allora perché non aggiungerlo direttamente al caffè? Questa intuizione felice l’ha avuta il colosso della caffetteria internazionale Starbucks.

Howard Schultz, amministratore delegato ad interim, scopre l’abitudine di molti siciliani di consumare un goccio d’olio al mattino. A far scoprire all’imprenditore l’usanza dell’olio al mattino è stato Tommaso Asaro, direttore esecutivo della United Olive Oil Import Corporation, azienda di importazione e distribuzione di prodotti oleari italiani, e a capo di Oleificio Asaro a Partanna.

Nasce così l’idea per una nuova bevanda a base di caffè arabica emulsionata con un cucchiaio – circa 15 millilitri – di extravergine: si chiama Oleato ed è presente dallo scorso 22 febbraio in tutti i punti vendita italiani.

Una linea di bevande diverse, dal gusto ricco e vellutato secondo Amy Dilger, Principal Beverage Developer di Starbucks, che ha definito l’accoppiata olio-caffè dai “sapori rotondi”.

Prima di essere unito all’espresso, l’olio viene montato, shakerato e mescolato con una bevanda vegetale, per dare vita a Oleato™ Caffè Latte, Oleato™ Iced Shaken Espresso e Oleato™ Golden Foam Cold Brew.

Allo Starbucks Reserve Roastery di Milano, poi, ci saranno anche l’Oleato™ Iced Cortado – un espresso con sciroppo Demerara, bitter all’arancia e bevanda all’avena emulsionata con olio, servito con ghiaccio e scorza d’arancia – e l’Oleato™ Deconstructed, con una spruzzata di limone, oltre all’Oleato™ Golden Foam Espresso Martini, a base di espresso, vodka e sciroppo di bacche di vaniglia. In più, sarà data ai clienti la possibilità di aggiungere un cucchiaio d’olio a tutte le altre bevande iconiche del brand, per provare nuovi accostamenti.

Non ci sono particolari dettagli sul blend – si sa, però, che è composto da una buona percentuale di Nocellara del Belice – mentre il caffè scelto è il Blonde Espresso Roast, dai toni morbidi e rotondi, oltre al Reserve per la principale sede meneghina. Non aveva mai unito prima questi due ingredienti insieme, la Dilger, pasticcera professionista che si è però lasciata ispirare dai connubi già noti con l’extravergine, come la torta all’olio o l’abitudine greca di aggiungere qualche goccia di oro verde allo yogurt.

Le domande che Oleato ha suscitato nel pubblico, come sempre quando si parla di caffetterie straniere su territorio italiano, sono molte.

A prescindere dal gusto delle nuove bevande e della risposta della clientela, una cosa è certa: è ancora una volta il gigante stellestrisce a far parlare di un (altro) dei prodotti che più contraddistinguono la cultura gastronomica italiana. Prima il caffè e ora l’extravergine.

Sulla necessità di elevare l’olio a ingrediente e non concepirlo più solo come un grasso o un condimento, abbiamo insistito più volte nel tempo: confrontandoci con chef e ristoratori, abbiamo ribadito l’importanza dell’olio in cucina, il bisogno di una selezione di prodotti diversi per uso e caratteristiche organolettiche, senza dimenticare il valore aggiunto che la carta degli oli può portare a un’attività.

Olio con il gelato, nei cocktail, con il cioccolato: non sono mancati gli esperimenti da parte degli esperti del settore, oltre al prezioso lavoro di promozione e comunicazione ma la mossa di Starbucks – con la grande risonanza mediatica che accompagna puntualmente le novità del colosso – potrebbe contribuire a un’ulteriore riflessione. Sulla necessità di proporre abbinamenti sempre nuovi, ma soprattutto di valorizzare le nostre eccellenze sfruttandole in ogni campo, trovando loro usi diversi.

Ne avevamo bisogno? È la domanda più gettonata in questi giorni. Che nella tradizione contadina ci sia la consuetudine di bersi un goccio d’olio al giorno è risaputo. Che i benefici di questa abitudine siano molti è superfluo ribadirlo. Eppure, non siamo mai riusciti a trasformare l’olio in una colazione, prendendo spunto dalle radici più autentiche del nostro territorio. Avevamo bisogno del caffè con l’extravergine e gli sciroppi? Forse sì, o magari no. Sicuramente, però, gli stimoli per ripensare le strategie di promozione delle nostre eccellenze non sono mai troppi.

 

La redazione

 

Fonte: www.gamberorosso.it