Italia Olivicola: la passione per l’olio

Amore sconfinato per l’olio extra vergine di oliva italiano, per la biodiversità olivicola, per le storie di territori e produttori che sono l’anima di un paesaggio millenario. Italia Olivicola, principale associazione degli olivicoltori italiani, riassume in sé tutti questi valori e molti altri. “Italia Olivicola è cooperazione e solidarietà – afferma il presidente Gennaro Sicolo – sono fiero e orgoglioso di ciascuno dei 250 mila soci che sono la squadra della nostra associazione.  Rappresentiamo quindici regioni olivicole, differenti per sensibilità ma anche per caratteristiche degli oli extra vergine di oliva prodotti. E’ la ricchezza che mettiamo a disposizione dei consumatori: oli e denominazione d’origine, biologici, monovarietali.” Tra gli obiettivi prevalenti di Italia Olivicola c’è infatti proprio la concentrazione dell’offerta per garantire qualità, origine garantita e sostenibilità, così da offrire la garanzia ai consumatori di un olio extra vergine di oliva buono e sano, offrendo ai produttori la giusta remunerazione. Da queste premesse è nata Finoliva, la società commerciale degli olivicoltori italiani che ha recentemente festeggiato l’ampliamento del suo stabilimento di stoccaggio e imbottigliamento, capace di raggruppare la produzione di 24 mila olivicoltori. “La nostra società, grazie al supporto di Italia Olivicola, vuole diventare sempre di più il braccio commerciale degli olivicoltori italiani – afferma Benedetto Fracchiolla, presidente di Finoliva – il 73% dell’olio venduto va all’estero e, nell’imbottigliato, il 74% è extra vergine è Dop e bio e il 24% è Dop. Si tratta di fasce premium che rispondono alla necessità di valorizzare il prodotto, dando la giusta remunerazione al mondo della produzione. La volontà, con il potenziamento di Finoliva, è diventare leader in Italia per l’olio biologico.” Italia Olivicola è inoltre attivamente impegnata per la riconoscibilità dell’olio extra vergine di oliva italiano. Un prodotto che, per le sue virtù nutrizionali e salutistiche, non è affatto caro. “I prezzi sono saliti a causa della produzione dimezzata per due anni di fila in tutto il Mediterraneo – afferma Sicolo – ed è un fenomeno, quello dei cambiamenti climatici, di cui dobbiamo tener conto. La risposta sono le corrette pratiche agronomiche in campo, a partire dall’irrigazione, l’agricoltura 4.0 ma anche una buona cooperazione e organizzazione della filiera, che sappia gestire e garantire le necessità del mercato.” Italia Olivicola è stata promotrice dell’interprofessione FOOI, un luogo di discussione, dibattito e cooperazione tra le varie anime della filiera olivicolo-olearia. Va creato il futuro dell’olivicoltura italiana, non copiando modelli di altri, ma cercando il proprio, tra innovazione e modernità. “Ben vengano droni e sensori in olivicoltura se ci aiuteranno a produrre di più e meglio – conclude Sicolo – ma rispettando la nostra identità, senza rincorrere i super intensivi alla spagnola, sistemi produttivi non resilienti, che hanno bisogno di alti input energetici e idrici, il contrario della sostenibilità. L’olivicoltura intensiva è una necessità ma tenendo conto dei territori, delle loro specificità e delle risorse naturali, che non sono infinite ma anzi si stanno consumando fin troppo in fretta. Vogliamo regalare ai nostri figli e ai nostri nipoti nuovi oliveti redditizi e funzionali, così come a noi li hanno lasciati i nostri padri e nonni.”